Salute e Benessere

Allergie alimentari, riconoscere i sintomi per 'scovare' altre patologie

Le allergie alimentari sono una faccenda seria e complessa, in molti credono di soffrirne confondendone i sintomi di una semplice intolleranza o di altri disturbi. Uno studio americano (Prevalence and Severity of Food Allergies Among US Adults, a cura dei ricercatori Ruchi S. Gupta, Christopher M. Warren e Bridget M. Smith) suggerisce che 1 persona su 10 soffre di allergie alimentari ma che, allo stesso tempo, sono 5 su 10 ad essere convinti di soffrirne.
Il fenomeno è dovuto principalmente all’autodiagnosi, un comportamento che porta i pazienti a consultare Google ed altri motori di ricerca e siti in cerca di risposte invece di sottoporsi ad analisi presso i centri medici, l’unico modo per ricevere una vera diagnosi. Un’abitudine che ha preso piede nell’ultimo decennio e che può recare seri e compromettenti danni alla salute del paziente dal momento che, se una patologia viene scambiata per un’altra e si opta così per una terapia che nulla può fare con il vero disturbo, si rischia di far aggravare la situazione: “In caso di conferma di allergia alimentare, la valutazione del trattamento è fondamentale, compreso il riconoscimento dei sintomi di anafilassi e in quali casi ricorrere all’uso di adrenalina”, afferma la Dott.ssa Gupta, una delle autrici della ricerca.

Per gli adulti i crostacei rappresentano l’allergene principale

Lo studio americano suggerisce che, mediamente, la metà dei pazienti affetti da allergie alimentari hanno sviluppato l’allergia in età adulta: mentre alcuni bambini allergici, crescendo, hanno sviluppato una naturale tolleranza, altri si trascinano l’allergia alimentare in età adulta. Gli adulti, a loro volta, possono sviluppare nuove allergie alimentari: primi fra tutti i crostacei (7,2 milioni di adulti), seguono i latticini (4,7 milioni), le arachidi (4,5 milioni), le noci (3 milioni), le pesche (2,2 milioni), le uova (2 milioni), il  grano (2 milioni), la soia (1,5 milioni) e il sesamo (0,5 milioni).
“I dati mostrano che i crostacei sono l’allergene alimentare principale negli adulti, dove i disturbi compaiono comunemente in età adulta e si manifestano poi per tutta la durata della vita. Abbiamo bisogno di ulteriori studi per chiarire perché l’allergia ai crostateci sembra essere così comune e persistente negli adulti degli Stati Uniti” – spiega la dott.ssa Gupta.

Come riconoscere un’allergia alimentare

Come suggerito dalla Fondazione Veronesi, bisogna fare attenzione se al consumo di uno specifico cibo segue sempre o molto spesso una manifestazione reattiva caratteristica. Se presente, va annotata in un ‘diario allergico’ annotando anche entro quanto tempo si manifesta dalla fine del pasto. Raccolte queste informazioni si ci deve rivolgere ad uno specialista che così potrà stilare una dieta anti-allergica ad hoc e indicare corretti stili di vita; solitamente si sconsiglia l’attività fisica e l’uso di antinfiammatori nelle due-quattro ore precedenti e successive al pasto, così come sarà premura dello specialista indicare le soluzioni di pronto intervento per evitare possibili shock anafilattici che, in caso di allergia, coinvolgono almeno due apparati: quello respiratorio e quello digestivo.
Si raccomanda un’attenta e maniacale lettura delle etichette alimentari per scongiurare l’ingestione di componenti nocive; altra buona abitudine e quella di rendere nota la propria allergia quando si mangia fuori casa e, infine, effettuare una visita specialistica periodica anche se non dovessero comparire nuove manifestazioni allergiche.

Test da evitare

Si sconsigliano, in quanto inutili alla causa, il test del capellotest su cellule del sanguetest della forzaVEGA Testbiorisonanzapulse test o del riflesso cardiaco auricolare.

Antonio Piazzolla

Giornalista e divulgatore scientifico; caporedattore di Close-Up Engineering, co-fondatore e direttore responsabile di lagoleada.it, è una delle firme di Forbes Italia ed è redattore di Le Stelle, il mensile di cultura astronomica fondato da Margherita Hack e Foggia Reporter. Ha collaborato con BBC Scienze Italia, l’Espresso, Il Messaggero e Business Insider Italia.

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