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L'Amazzonia brucia: ecco piccoli gesti che possono fare la differenza

La foresta della Amazzonia sta bruciando a un ritmo senza precedenti. Le immagini che stanno circolando in queste ore non possono lasciarsi indifferenti. Le nostre foreste, i nostri polmoni verdi, stanno bruciando e nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa.

Dopo le foreste in Alaska e Siberia, in queste settimane anche la foresta amazzonica è stata divorata dalle fiamme, incendi che hanno trasformato il giorno in notte a San Paolo e che stanno divorando il nostro più grande polmone verde.

La foresta amazzonica è la più grande foresta pluviale del mondo e rappresenta un fondamentale deposito di carbonio per tutto il pianeta. Da almeno due settimane le fiamme stanno divorando le foreste degli stati brasiliani di Amazonas, Rondonia, Mato Grosso, Parà e del Paraguay.

Le immagini che circolano sul web sono allucinanti. L’istituto nazionale per la ricerca spaziale (INPE) ha rilevato che nel mese di luglio sono stati bruciati 225 mila ettari di foresta pluviale amazzonica, un dato senza precedenti.

La foresta non brucia naturalmente. Come avvengono allora questi incendi? I violenti incendi di queste settimane, come hanno testimoniato le istituzioni di ricerca e le organizzazioni non governative che operano in Amazzonia, tra cui IPAM, sono intenzionali.

Di chi è la colpa? La responsabilità è stata addebitata agli agricoltori e alle grandi imprese zootecniche e agro-industriali, che usano il metodo del “taglia e brucia” per liberare la terra “utile”, non solo dalla vegetazione, ma anche dalle popolazioni locali e indigene. In questo contesto, però, un ruolo chiave è giocato dai cambiamenti climatici.

Molti degli incendi di questi ultimi mesi sono il frutto di ondate di calore, prolungate e intense, e di una siccità senza precedenti in molte parti del mondo.

La Terra sta lanciando il suo grido d’allarme sta a noi riuscire ad ascoltarlo prima che sia troppo tardi. Temperature elevate e bassa umidità rendono la vegetazione facile preda degli incendi ed è questo il triste spettacolo al quale stiamo assistendo in questi giorni.

Cosa possiamo fare? Nel nostro piccolo, con semplici azioni, possiamo renderci utili per intervenire in uno dei più grandi disastri al quale l’uomo abbia mai assistito. GreenMe riporta alcuni semplici consigli che possiamo accogliere per fare la differenza.

  • Eliminare o almeno ridurre il consumo di manzo importato dal Brasile. Gli allevamenti di bovini sono una delle prime cause di deforestazione dell’Amazzonia;
  • Ridurre il consumo di carta e legno che provengono dalla foresta amazzonica, o acquistare prodotti certificati;
  • Parlare di ciò che sta accadendo nella foresta amazzonica, anche divulgando articoli come questo sui social, usando l’hashtag #PrayforAmazonia;
  • Firmare la petizione per fermare la distruzione e lo sfruttamento dell’Amazzonia.
  • Fare una donazione a un’associazione impegnata nella tutela della foresta e dei diritti degli indigeni, contribuendo al progetto Protect An Acre di Rainforest Action Network, supportando le popolazioni indigene con Amazon Watch o finanziando l’acquisto di terra attraverso Rainforest Trust
  • Aiutare a proteggere gli animali che vivono nella giungla sostenendo il WWF
  • Supportare progetti che sensibilizzano sull’Amazzonia attraverso la Amazon Aid Foundation

Redazione

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