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Antonio Gramsci, quella volta in cui il fondatore del PCI venne detenuto nel carcere di Foggia

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Il 27 aprile 1937 moriva Antonio Gramsci, grande giornalista, uomo politico e pensatore del Novecento.

Non tutti sanno che Gramsci, per cinque giorni, rimase a Foggia. La sua, però, non fu una visita di piacere.

Più precisamente, Antonio Gramsci, uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento, è stato nel capoluogo dauno dal 13 al 18 luglio 1928.

Come si legge in Lettere Meridiane, quella foggiana la penultima tappa del lungo e doloroso viaggio da Roma al carcere di Turi.

Gramsci morì dopo una lunga e sofferta prigionia nelle carceri fasciste. Il socialista era stato processato dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato del regime fascista, con l’accusa di attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato ed incitamento all’odio di classe.

Le accuse rivolte a Gramsci, condannato a 20 anni di reclusione, erano del tutto inconsistenti e derivavano dalla sua condizione di dirigente del Partito Comunista (nel 1921, infatti, fu uno dei principali fondatori del Partito Comunista Italiano).

Torniamo alla sua permanenza nel carcere di Foggia. Gramsci venne rinchiuso nel vecchio carcere di Foggia per cinque giorni.

Il vecchio carcere foggiano sorgeva tra le attuali via Fuiani e vico Saraceno. L’autore dei famosi Quaderni dal carcere, per poco tempo, “soggiornò” nella nostra città nove anni prima di spegnersi.

Fonte: Lettere Meridiane

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