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Coronavirus, cosa significa “asintomatico”? Facciamo chiarezza con l’epidemiologo Lopalco

Tante le domande che ogni giorno ci poniamo sul Coronavirus, sulla sua trasmissione, sulla sua possibile permanenza nell’aria, sulla prevenzione, sulla possibilità di fare un tempone, sulla sua resistenza su superfici e alimenti e sul giusto utilizzo di guanti e mascherine.

Spesso sentiamo e leggiamo la parola “asintomatico” riferita a casi positivi di contagio di Coronavirus, ma cosa significa?

Il professor Pier Luigi Lopalco, responsabile Coordinamento emergenze epidemiologiche della Regione Puglia, ha deciso di rispondere alle domande più frequenti dei pugliesi sul Coronavirus.

Cosa significa essere “asintomatico”?

“Si parla tanto di soggetti asintomatici, noi li chiamiamo portatori”, ha specificato Lopalco spiegando ai pugliesi il significato di questo termine molto usato ultimamente.

Il soggetto asintomatico è un soggetto che alberga il virus, è ospite del virus, quindi ha il virus in gola, ma questa infezione non ha causato la malattia.

Un soggetto può essere asintomatico e restare asintomatico, magari nel giro di pochi giornipuò combattere completamente il virus e quindi restare asintomatico.

Non sono tantissimi i soggetti di questo genere, sono molti di più i soggetti che sono asintomatici, possono essere contagiosi, e magari dopo qualche giorno cominciare a sviluppare i segni della malattia.

“E’ molto importante, per questo motivo, per chiunque sia stato in contatto con un caso certo di malattia, che questo caso sia messo in sicurezza, sia messo in quella che chiamiamo “quarantena” o “isolamento domiciliare”.

Questo è importante per interrompere le possibili catene di contagio”, ha affermato Lopalco.

Redazione

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