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“Eravamo pronti a ripartire, è un’ingiustizia”: lo sfogo di un giovane barbiere foggiano

Foggia -“La conferenza stampa di ieri ha confermato che dobbiamo aspettare altri 40 giorni di chiusura”. A parlare è Antonio Cardone, giovane titolare dell’Hair Chic Baber Shop, una piccola e caratteristica bottega di barbiere 2.0 nel cuore di Foggia.

Antonio ha poi continuato il suo sfogo così: “Come penso tutti i miei colleghi, sono rimasto malissimo, è stata una pugnalata.

E’ vero che dobbiamo stare attenti e rispettare le distanze di sicurezza ma io non capisco questo accanimento contro la nostra categoria.

Eravamo pronti a ripartire aumentando le attenzioni e le giuste precauzioni per le norme anti-contagio – ha precisato il giovane barbiere foggiano – purtroppo però questo non ci è stato concesso”.

Il giovane foggiano ha poi voluto mostrare il suo negozio per dimostrare come tutto sia in regola per poter ripartire nel rispetto delle norme anti-contagio.

“Rispettiamo le distanze ed eravamo pronti a ridurre le poltrone”, afferma Antonio mostrando le postazioni presenti nel suo locale distanti 1 metro e 20 centimetri tra loro.

“Di solito lavoriamo con quattro clienti ma eravamo disposti a ridurre le poltrone a due, in modo tale da aumentare anche la distanza tra le postazioni raggiungendo i 3 metri”.

E ha poi continuato: “Noi da sempre lavoriamo su appuntamento, qui non ci sono mai stati assembramenti.

Io non capisco perchè lo Stato non abbia preso in considerazione gli spazi. E’ un’ingiustizia. Mi scuso per lo sfogo però è una questione di dignità, noi vogliamo solo lavorare e vogliamo farlo onestamente come abbiamo sempre fatto.

Lo sfogo del giovane foggiano si aggiunge a quello di tanti parrucchieri, estetiste e barbieri che dopo il dpcm firmato ieri dal premier Conte si sono lasciati andare a pesanti malumori in vista dell’apertura posticipata al 1° giugno dei loro saloni.

“Incomprensibile e inaccettabile”, così il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli la definito la decisione del Governo di rinviare al 1° giugno la riapertura di acconciatori e centri estetici.

“Abbiamo elaborato e presentato tempestive proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale pulizia, sanificazione.

Proposte che penalizzano fortemente le nostre possibilità di ricavo, ma siamo consapevoli della loro necessità. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta”, sostiene Fumagalli.

E ha poi aggiunto: “Al 1° giugno cosa potremo fare di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza?

Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio?

No, non ci stiamo. Finora siamo stati alle regole, ma la prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non l’accettiamo”.

Confartigianato ha calcolato che l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza sleale degli abusivi nei mesi di marzo, aprile e maggio causerà alle imprese italiane di acconciatura e di estetica una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo.

Redazione

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