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Storie di donne e di coraggio: quando a Foggia le proteste erano rosa

Foggia – L’8 marzo è la giornata dedicata alle donne, un giorno speciale in cui si regalano mazzi di mimose profumate, si comprano cioccolatini, e tutto diventa più rosa per la tanto attesta “Festa della donna”.  Ma essere donna vuol dire solo questo?

Lo sforzo secolare delle donne nel corso degli anni per rompere l’assurda barriera costruita dall’uomo e dal maschilismo e imporsi come parte integrante e dominante della società, è stato uno sforzo che ha portato, sin dalla fine della Seconda guerra mondiale, a tanti passi in avanti.

La storia fatta dalle donne non viene quasi mai ricordata, non se ne parla nei libri ed è condannata all’oblio. Purtroppo nel 2021 paradossalmente c’è ancora chi pensa che non si possa essere una donna con un lavoro impegnativo e nello stesso tempo una buona madre o una brava compagna.

Essere una donna vuol dire avere coraggio e oggi vi vogliamo parlare di quelle donne che regalarono alla nostra terra uno spiraglio di libertà e di uguaglianza.

Come racconta Alberto Mangano sul suo sito web manganofoggia.it, il 14 febbraio 1849 le donne foggiane fecero sentire finalmente la loro voce e protestarono lamentandosi di lavorare in un ambiente malsano. Questa protesta ebbe un eco così forte che la filanda della Maddalena chiuse per sempre e le lavoratrici furono trasferite in alcuni locali della villa comunale.

Una storia sofferta quella delle donne foggiane e non solo, da sempre instancabili combattenti e pronte a scendere in campo, contro una società che le vuole in silenzio e a casa, solamente madri e mogli.

Ma per fortuna le donne hanno una voce che molte volte riesce a farsi sentire più forte di quella degli uomini. Una voce che con il tempo ha fatto del coraggio la sua arma più importante per combattere e ribellarsi.

Tra le tante protagoniste rivoluzionarie foggiane merita di essere ricordata Zia Monica, all’anagrafe Filomena Cicchetti, protagonista di uno dei momenti più delicati e bui della nostra città passata alla storia come “Rivoluzione della fame”.

Inoltre, si devono al coraggio delle donne della provincia di Foggia le pochissime proteste contro il regime fascista in Capitanata durante il ventennio.

Il 23 agosto 1942 moltissime donne scesero in piazza nel piccolo centro di Monteleone di Puglia, in provincia di Foggia, per opporsi al sequestro del granturco che stava per essere macinato.

All’epoca la fame era all’ordine del giorno e un atto così sfrontato scatenò una vera e propria protesta messa in piedi da numerose donne che, dopo aver coinvolto mariti e figli, si diressero verso la caserma dei Carabinieri (era stato il Comandante ad ordinare il sequestro del granturco). Tuttavia la protesta non premiò il coraggio e i Carabinieri spararono sulla folla.

Le donne della Capitanata si distinsero per la loro forza e per la loro determinazione nel portare avanti idee all’epoca impopolari. È questo sicuramente il caso di Giovanna Paolino, detta zia Giovannina, che diventò fondatrice del movimento sindacale e del Partito Comunista di Cagnano Varano.

Giovannina dopo la fine della guerra venne eletta  nel 1946 assessore alla pubblica istruzione. La sua storia ricorda quella di un’altra donna, Liliana Rossi, maestra di Ascoli Satriano, vicina al Partito Comunista, una donna non vista di buon occhio in paese.

Storie difficili, sofferte, a volte ammirate e altre condannate. Storie di donne forti, che hanno scelto la libertà di pensiero e di azione, che si sono opposte all’omologazione della massa e che hanno gridato il loro essere donne e non oggetti succubi di uomini al potere. Storie della nostra terra, della nostra città, che non dovremmo mai dimenticare, non solo in giorni come questo, ma sempre.

Fonti: manganofoggia.it – Storia di Foggia di Leonardo Scopece

Annarita Correra

Mi chiamo Annarita Correra, ho 28 anni, sono una giornalista pubblicista, una copywriter, content creator e cantastorie. Credo che la bellezza salverà il mondo e per questo la cerco e la inseguo nella mia terra, la più bella del mondo. L’amore per la letteratura mi ha portato a conseguire la laurea triennale in Lettere Moderne e quella magistrale in Filologia Moderna. Ho collaborato con riviste online culturali, raccontando con interviste e reportage le bellezze pugliesi. La mia avventura con Foggia Reporter é iniziata cinque anni fa. Da due anni curo la linea editoriale del giornale, cercando di raccontare la città e la sua provincia in modo inedito, dando voce e spazio alla cultura e alle nostre radici. Scrivo e creo contenuti digitali, gestisco la pagina Instagram del giornale raccogliendo e raccontando le immagini più belle delle nostra terra.

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