FOGGIA – “Oggi a Foggia accade qualcosa che va controtendenza. Nel resto d’Europa le chiese si chiudono per mancanza di sacerdoti o, più tristemente, per mancanza di fedeli. E noi invece ne apriamo una nuova”.
Con una Santa Messa presieduta da mons. Ferretti, ha riaperto al culto la chiesa intitolata a San Giovanni di Dio, in via Arpi, da oggi in poi sarà usata come cappella universitaria, quale luogo di spiritualità e spazio per iniziative culturali e di solidarietà.
L’Arcivescovo definisce questo momento come “una grande gioia. E lo è davvero, in questo giorno di sole, riaprire le porte di questa antica chiesa. Un luogo dove tanti malati o famiglie di degenti chiedevano al Signore la guarigione”.
Nell’omelia, pronunciata a braccio, mons. Ferretti ricorda le parole che il Crocifisso disse a San Francesco d’Assisi: “Vai e restaura la mia casa. Lui, umile, non comprende la grandezza di questa richiesta e restaura san Damiano”.
Quella, fa notare il presule, “era una profezia. Anche riaprire una chiesa è una profezia, In un tempo in cui tutto chiude e scompare, doniamo un luogo d’incontro alla città e alla sua istituzione più importante, ovvero l’Università di Foggia, che conta più di 13mila studenti”.
Nel salutare le autorità accademiche, le autorità civili e i sacerdoti presenti, mons. Ferretti racconta dei lavori, “celeri e professionali” che sono stati eseguiti per riaprire la struttura, risalente al XIII secolo e ricostruita nel 1748 in forme barocche.
“Ci tenevo a riaprirla prima di Natale così che il prossimo anno sia a completa disposizione degli studenti. Per loro ho nominato anche un cappellano. Non si poteva lasciare soli, senza accompagnamento, 13mila giovani, i loro insegnanti e il personale tutto”.
“Tutto questo – ha concluso mons. Ferretti – è profezia. Che non significa indovinare il futuro ma costruirlo nel presente con l’ottimismo del Vangelo”.
