Attualità

La calza dei morti: quando a Foggia i bambini aspettavano con ansia le caramelle

Foggia – La notte tra l’1 e il 2 novembre è una notte di magia e mistero, a Foggia c’è un vero e proprio simbolo: la calza dei morti. Perché a Foggia proprio in questo giorno si regala “la calza” mentre nel resto d’Italia si regala il giorno dell’Epifania?

Originariamente la “Festa dei morti” nacque come capodanno celtico e fu poi trasformata in una festa religiosa per commemorare i propri cari. Anticamente, a Foggia, la calza era riempita di frutta secca, mandarini e castagne. Poi la frutta fu sostituita dalle golose caramelle e dai soldini di cioccolato.

Insieme al grano dei morti, tradizionale dolce che si prepara a Foggia e in provincia in questo periodo dell’anno, la calza dei morti è un vero e proprio simbolo nel capoluogo dauno. Oggi sono poche le famiglie che continuano a portare avanti questo “rituale” goloso e magico per i più piccoli.

Scavando nella memoria dei foggiani è possibile recuperare alcuni simpatici aneddoti legati alla calza dei morti. La signora Anna ci racconta così la sua calza dei morti: «Anche se mio padre non se la poteva permettere, noi bambini il 2 mattina la trovavamo sempre e capivamo che i nostri nonni erano venuti a farci visita. Era bellissimo trovarla sotto il cuscino appena svegli, ogni volta non ce l’aspettavamo. Ora non è più cosi, i bambini non solo se l’aspettano ma la pretendono!».

«Il 2 mattina andavamo con la nostra calza piena di caramelle al cimitero a ringraziare i nostri cari con la preghiera “A cavezette de l’àneme d’i mùrte, addefrissche ‘a l’àneme de chi t’eja mùrte”.– Così ci racconta la signora Grazia il giorno della Festa dei morti – All’epoca le caramelle Rossana erano un lusso, i miei genitori le compravano sfuse da “Rocchino”. Erano le mie preferite!».

Prima ci si accontentava di qualche caramella e cioccolatino, ora invece si è persa un po’ questa magia. Queste nostre tradizioni sono state oscurate da altre feste, passando così in secondo piano. Continuate però a regalare “i cavezette di murte”: non lasciamoci alle spalle questa tradizione antica che fa parte della nostra storia e della nostra città, simbolo di un tempo passato semplice e genuino in cui bastava una manciata di caramelle per sentirsi felici.

Annarita Correra

Mi chiamo Annarita Correra, ho 28 anni, sono una giornalista pubblicista, una copywriter, content creator e cantastorie. Credo che la bellezza salverà il mondo e per questo la cerco e la inseguo nella mia terra, la più bella del mondo. L’amore per la letteratura mi ha portato a conseguire la laurea triennale in Lettere Moderne e quella magistrale in Filologia Moderna. Ho collaborato con riviste online culturali, raccontando con interviste e reportage le bellezze pugliesi. La mia avventura con Foggia Reporter é iniziata cinque anni fa. Da due anni curo la linea editoriale del giornale, cercando di raccontare la città e la sua provincia in modo inedito, dando voce e spazio alla cultura e alle nostre radici. Scrivo e creo contenuti digitali, gestisco la pagina Instagram del giornale raccogliendo e raccontando le immagini più belle delle nostra terra.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio