Ghetto di Borgo Mezzanone, la grande vergogna a pochi passi da noi

Borgo Mezzanone è una delle diverse borgate di Foggia la cui storia recete si intreccia con quella disperata di tanti migranti. La fondazione di Borgo Mezzanone risale al 1934 durante la bonifica condotta dal Regime fascista, e poteva ospitare 700 abitanti; i coloni insediati nel borgo erano nativi di cinque comuni limitrofi, tra cui Bovino, Manfredonia e San Ferdinando di Puglia. In origine il nome era Borgo La Serpe in ricordo del giovane fascista cerignolano Raffaele La Serpe.
Questa antica borgata che rappresenta, in realtà, una frazione di Manfredonia, ospita un’ex base aerea dell’Aeronautica Militare Italiana dismessa e il Centro di accoglienza per Immigrati.
Negli ultimi anni si sono accesi i riflettori sul “ghetto” di Borgo Mezzanone: un agglomerato abusivo di baracche, spesso molto pericolose e di fortuna, sorto accanto al Cara, il Centro richiedenti asilo. Stiamo parlando della più grande baraccopoli del Foggiano e forse di tutta la Puglia.
Attività commerciali abusivi, caporalato, prostituzione e tanti altri reati avvengono all’ordine del giorno in questo ghetto, uno dei più grandi del nostro Paese.
Una vera e propria vergogna a due passi da Foggia. Una zona difficile, dove spesso la disperazione, purtroppo, si trasforma in criminalità. Tanti gli eventi di cronaca che negli ultimi anni hanno interessato il ghetto foggiano, l’ultimo risale a pochi giorni fa quando una lite scoppiata per motivi futili ha portato al ferimento di un giovane migrante.
Nella notte, invece, il ghetto è tornato a bruciare. Usiamo il verbo “tornare” perchè, purtroppo, le fiamme non sono nuove a Borgo Mezzanone. Nel corso degli anni, infatti, spesso a causa di bombole a gas, sono divampati numerosi incendi nell’area dell’ex pista, alcuni dei quali hanno portato alla distruzione di numerose baracche e al ferimento di donne e uomini.
Nell’incendio scoppiato questa notte una donna di origini africane è rimasta gravemente ustionata e diverse baracche sono state letteralmente divorate dalle fiamme.