Giovanni Forcelli riscopre se stesso e la natura attraverso viaggi intensi e fatti rigorosamente a piedi. Ecco cosa ci ha raccontato
1300 chilometri in 54 giorni… A piedi. Questo è quello che ha fatto Giovanni Forcelli, giovane foggiano di 26 anni, che, dopo il conseguimento della laurea magistrale, ha deciso di tornare a casa sua, a Foggia, da Torino – dove ha studiato – camminando senza fermarsi (quasi) mai.
A sentirlo parlare, è facile percepire il suo entusiasmo per questo percorso portato a termine con successo, seppur con fatica.
Non è la prima volta che il ragazzo compie un cammino del genere, ma questa volta, per lui, ha avuto un sapore diverso.
Il primo viaggio lo ha compiuto dopo il conseguimento della laurea triennale, portando a termine il cammino di Santiago (è proprio guardando un film riguardante questa esperienza, che ha maturato questo bisogno e questa volontà); il secondo, invece, un anno e mezzo fa, quando ha percorso la ‘via degli dei’ – tra Bologna e Firenze – in cinque giorni. Quest’ultimo, quindi, è il terzo, ma anche il più intenso, perché fatto ripercorrendo – tramite la via Francigena – la storia della nostra nazione.
A pochi giorni dal suo rientro a casa, Giovanni si racconta soddisfatto di questa esperienza, così come lo era stato delle precedenti. ‘Bisogna buttarsi, entrare in contatto con la natura; è un’esperienza che tutti dovrebbero provare, senza paura, con la sola consapevolezza del fatto che è qualcosa che scatena numerose emozioni’.
L’unica sosta lunga fatta durante il viaggio è arrivata all’altezza di Roma, dove il ragazzo è rimasto tre giorni, per riposarsi e ritrovare le forze. Perché, certamente, a livello fisico, non è per nulla facile, portare a termine un’impresa del genere.

Certo, Giovanni non ha fatto tutto da solo: ha accettato di buon grado la benevolenza di chi, venuto a conoscenza della sua storia tramite la sua pagina Facebook, si è messo in contatto con lui per offrirgli pranzi, cene e posti letti. E questa è una delle cose positive del viaggio,a sentirlo parlare: il non fossilizzarsi sulla paura dell’altro, di chi può farci male o derubarci, ma entrare in contatto con il prossimo, dargli fiducia e trasmettergliela. Tra i suoi ricordi più belli, soprattutto gli incontri fatti a Capua.
E, a proposito del prossimo viaggio, ci ha detto: “Chi lo sa. Di solito si va a Gerusalemme, ma quella è una tappa religiosa, mentre i miei viaggio sono una questione prettamente personale, scevra da ogni sentimento religioso. Mi piacerebbe andare in Sicilia e magari viaggiare in bici, per cambiare; ma non ho programmato nulla. Per ora, la mia tappa futura è il lavoro.”
E noi non possiamo che fargli un grosso in bocca al lupo!