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Il 30 gennaio 1710 nasce a Torremaggiore Raimondo di Sangro, il principe maledetto

Nel lontano 30 gennaio 1710, a Torremaggiore, in provincia di Foggia, nacque Raimondo di Sangro, un originale esponente del primo Illuminismo europeo, un nobiluomo, un alchimista, un inventore, un esoterista e un letterato, ricordato da tutti come “il principe maledetto“.

Raimondo di Sangro nacque nel castello di Torremaggiore, dichiarato monumento nazionale dal 22 agosto 1902. Raimondo era terzo di tre fratelli, figlio di don Antonio de Sangro e Cecilia Caietani d’Aragona.

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Il giornalista e scrittore Rino di Stefano racconta che a Napoli, anche se sono passati tantissimi anni e secoli, quando lo sentono nominare c’è chi, ancora, si fa di nascosto il segno della croce. Bizzarro come una figura così lontana nel tempo abbia lasciato, ancora oggi, ricordi molto particolari e curiosi legati alla propria storia. Di lui la gente racconta che fosse una specie di stregone, una persona dalla quale stare alla larga, particolare e spaventosa allo stesso tempo.

Raimondo di Sangro alimentò un vero e proprio mito intorno alla propria persona, fu un personaggio molto misteriosio, controverso e disprezzato all’epoca; sicuramente deve considerato come uno dei personaggi più emblematici e discutibili del Settecento europeo.

Raimondo di Sangro e le leggende popolari

Tra le strade napoletane dell’epoca si vociferava che nei laboratori del “Principe” succedessero cose strane, il poeta Salvatore di Giacomo ci lascia una descrizione molto particolare dell’atmosfera che si respirava nei vicoli che circonsavano il palazzo di Raimondo: “Fiamme vaganti, luci infernali – diceva il popolo – passavano dietro gli enormi finestroni che danno, dal pianterreno, nel Vico Sansevero […].

Scomparivano le fiamme, si rifaceva il buio, ed ecco, romori sordi e prolungati suonavano là dentro: di volta in volta, nel silenzio della notte, s’udiva come il tintinnio d’un’incudine percossa da un martello pesante, o si scoteva e tremava il selciato del vicoletto come pel prossimo passaggio d’enormi carri invisibili”.

Ecco alcuni dei misfatti e dei prodigi che avrebbe compiuto il principe di Sansevero: “fece uccidere due suoi servi” per “imbalsamarne stranamente i corpi” (il riferimento è alle Macchine anatomiche); “ammazzò […] nientemeno che sette cardinali” per ricavare dalle loro ossa e dalla loro pelle altrettante sedie; accecò Giuseppe Sanmartino, autore del Cristo velato, affinché egli “non eseguisse mai per altri così straordinaria scultura”; “riduceva in polvere marmi e metalli” ed “entrava in mare con la sua carrozza e i suoi cavalli […] senza bagnare le ruote”

Ancora oggi l’immagine di Raimondo è legata soprattutto alla Cappella Sansevero a Napoli, il ricco mausoleo di famiglia che riorganizzò e abbellì, in cui l’opera d’arte più significativa è certamente il celebre Cristo velato, opera di Giuseppe Sammartino. Si tratta di un Cristo morente interamente ricoperto da un “curioso” velo di marmo.

La straordinarierà di quest’opera è che le fattezze del Cristo si intravedono da “sotto” il velo di marmo, si ha quindi l’impressione che la statua sia stata successivamente ricoperta con un velo di marmo. L’emozione di trovarsi davanti ad una simile opera è davvero tanta, provare per credere.

Cristo Velato Raimondo Di Sangro
Intorno a questa scultura e alla figura di Raimondo aleggia da sempre una leggenda. Si dice che il committente, il “nostro” principe alchimista, avrebbe insegnato allo scultore la calcificazione del tessuto in cristalli di marmo.

Da circa tre secoli, infatti, molti visitatori della Cappella, colpiti dal meraviglioso velo scolpito, lo ritengono erroneamente esito di una “marmorizzazione” alchemica effettuata dal principe maledetto, il quale secondo le leggende avrebbe adagiato sulla statua un vero e proprio velo e che questi si sia nel tempo marmorizzato attraverso un particolare processo chimico.

Una figura molto particolare e sicuramente estremamente misteriosa quella di Raimondo di Sangro, che non smetterà mai di affascinare gli studiosi e i tanti curiosi.

Fonti: R. Di Stefano, Raimondo de Sangro, il principe maledetto in Il Giornale, Venerdì 18 Ottobre 1996 – museosansevero.it

Annarita Correra

Mi chiamo Annarita Correra, ho 28 anni, sono una giornalista pubblicista, una copywriter, content creator e cantastorie. Credo che la bellezza salverà il mondo e per questo la cerco e la inseguo nella mia terra, la più bella del mondo. L’amore per la letteratura mi ha portato a conseguire la laurea triennale in Lettere Moderne e quella magistrale in Filologia Moderna. Ho collaborato con riviste online culturali, raccontando con interviste e reportage le bellezze pugliesi. La mia avventura con Foggia Reporter é iniziata cinque anni fa. Da due anni curo la linea editoriale del giornale, cercando di raccontare la città e la sua provincia in modo inedito, dando voce e spazio alla cultura e alle nostre radici. Scrivo e creo contenuti digitali, gestisco la pagina Instagram del giornale raccogliendo e raccontando le immagini più belle delle nostra terra.

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