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Lavori stradali, la denuncia di Alternativa Libera Foggia “Svarioni e varianti in corso d’opera a carico della comunità”

“Il rifacimento, e la ‘messa in sicurezza’, di parte di viale Michelangelo e di parte di viale 1 maggio sono un compendio di come è gestita la cosa pubblica comunale”: i consiglieri comunali Vincenzo Rizzi e Marcello Sciagura, e Giorgio Cislaghi (Alternativa Libera Foggia), attaccano l’amministrazione Landella sui lavori nelle importanti arterie foggiane.

“La prima cosa che salta agli occhi, facendogli emettere fuoco e fiamme – scrivono in un comunicato – è la questione delle caditoie la cui manutenzione ordinaria doveva essere fatta “in continuo” da Florio Group che se la era aggiudicata sino a fine 2015. Purtroppo, a lavori cominciati, prima in viale Michelangelo e poi in viale 1 maggio, il direttore dei lavori ha dovuto costatare che tutte le caditoie erano otturate, non in grado di far defluire nella condotta fognaria l’acqua piovana (è a questo che servono le caditoie) e che le dimensioni dei cordoli in pietra di Apricena previsti nell’appalto non erano uguali a quelli preesistenti nelle strade (dimensione di 25X15 bocciardato presente nell’appalto, 30X18 non bocciardato preesistente sulle strade)”.

“Per questi motivi il responsabile dei lavori ha dovuto procedere per i due lavori ad approvare una ‘variante in corso d’opera’: € 34.738,43 per viale Michelangelo; € 32.411,76 per viale 1 Maggio. E’ superfluo sottolineare – scrivono i tre esponenti di Alternativa Libera – che le varianti in corso d’opera si sono mangiate tutto il ribasso d’asta (il 20,55% per viale Michelangelo e il 16,823% per viale 1 maggio) mentre per viale Michelangelo la variante si è mangiata anche due metri d’asfalto non rifatto in direzione viale 1 maggio.”

“Possibile che l’estensore del progetto dei lavori non si sia reso conto delle dimensioni dei cordoli esistenti? – si chiedono Rizzi, Sciagura e Cislaghi – Possibile che non abbia verificato il funzionamento delle caditoie a bocca di lupo esistenti? Possibile che nessun dipendente dell’Amministrazione Comunale si sia preoccupato prima di verificare la funzionalità delle caditoie visto che era in essere un contratto per la loro manutenzione? Possibile che, dopo la variante resasi necessaria per viale Michelangelo, nessuno abbia pensato a rivedere il progetto per viale I maggio o, quantomeno, di verificare se non sussistessero gli stessi problemi?”

Tutto questo, si legge nel comunicato stampa, è “sintomatico di come sono trattati gli appalti, e le varianti agli appalti”: “trovare gli stessi errori su documenti che hanno diversi estensori perché, nelle motivazioni delle varianti si legge testualmente ‘L’Amministrazione Comunale, già da alcuni ha scelto di non eseguire più le bocche di lupo …’. Va bene usare la funzione ‘copia incolla’ dei computer ma almeno rileggere quanto si è scritto poiché si tratta di soldi della comunità che paga, oltre i lavori, anche gli stipendi dei dipendenti del servizio LL. PP.”

Un’altra “anomalia” è la presenza di un fitopatologo “per il taglio e rifilatura delle radici degli alberi esistenti sullo spartitraffico (sono i danni all’asfalto provocati dalle radici la causa del deterioramento dello stesso), perché dovremmo avere in essere un appaltato con CNS per la cura e manutenzione del verde”. Tuttavia, si chiedono Rizzi, Cislaghi e Sciagura, “perché prevedere che il servizio sia fatto da altre aziende? Non si poteva chiedere a CNS di lavorare coordinandosi con gli esecutori dei lavori? Non si poteva evitare la spesa di € 5.100 per viale Michelangelo e di € 5.400 per viale I maggio?”

Una nota positiva in tutta questa vicenda c’è, per Alternativa Libera Foggia: per ambedue gli appalti si è provveduto alla “messa in quota di chiusini e griglie” (spesa di € 3,060 più € 1.200), “ma forse in questo le aziende dovrebbero migliorare le loro abilità perché, oltre che per le caditoie appena rifatte, anche per alcuni chiusini si avverte il dislivello dal manto stradale passandoci sopra con l’auto”.

Altri punti oscuri, però, rimangono: “Resta da chiarire come mai le due aziende che si sono aggiudicate gli appalti hanno subappaltato ad altre aziende, ‘con note acquisite durante il normale svolgimento dei lavori’, i lavori per la ‘fresatura di pavimentazioni stradali e posa in opera di conglomerato bituminoso’, non sono queste le lavorazioni di base da eseguire per un ‘rifacimento strade’? Resta anche da spiegare lo svarione, probabilmente anche questo dovuto a un banale copia incolla, quando nella determina di ‘presa d’atto del subappalto’ dei lavori su viale I maggio si legge (letteralmente) ‘Ritenuto, quindi, prendere atto della comunicazione della ditta …… di avvalersi della prestazione di servizio per i lavori di realizzazione dell’impianto elettrico di quanto sudetto’. Ma a quale impianto elettrico si fa riferimento?”

Concludono Rizzi, Cislaghi e Sciagura: “Inutile dire che, viste le perplessità sull’iter amministrativo, per questi appalti e per il ‘servizio di verifica e ispezione in continuo’ delle caditoie, interesseremo le autorità competenti”.

Redazione

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