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Soldatini, trottole e aeroplanini di legno: a Monteleone di Puglia c'è la casa dei giochi d'epoca

Monteleone di Puglia – In montagna, all’aria fresca e senza giochi elettronici? Ora si può. A Monteleone di Puglia, il paese più alto della regione con i suoi 847 mt. s.l.m. è possibile fare un salto indietro nel tempo per scoprire (o riscoprire gratis) i giochi di una volta presso la collezione privata “Come eravamo”.

La casa dei giochi datati nacque fra l’aprile e l’agosto del 2018 per volere del Commendatore Michele Contella, un monteleonese trapiantato a Prato, per non disperdere gli oggetti più significativi della vita quotidiana del nostro passato. Il regno dei giochi fai da te, di quando la fantasia volava senza giochi elettronici libera fra i balocchi, abita sui monti dauni a nemmeno un’ora da Foggia, Benevento e Avellino.

La collezione privata vanta 5.000 pezzi e rappresenta un’eccellenza del comprensorio. La seconda raccolta (dopo quella di arte sacra) del Contella raccoglie pezzi rigorosamente in latta, legno, carta e cartone, soldatini in piombo, trottole, biglie, bambole, aeroplanini, elicotteri e giochi di vario genere in uso sul territorio nazionale nel 1900. Il reparto auto e moto ospita diversi pezzi pregiati. Una quindicina di giocattoli a batteria sono stati realizzati dalle mani dello stesso collezionista.

La perla della collezione sono i giochi statici ispirati ai disegni di Leonardo Da Vinci. I pezzi di Enzo Pisaneschi raccolti e conservati a Monteleone di Puglia testimoniano l’evoluzione (anche a livello “socio-antropologico”) dei giocattoli del XX secolo. I pezzi, originali o autoprodotti, vanno dai primi anni ‘50 agli anni ‘70 e provengono dalla collezione privata di Enzo Pisaneschi, appassionato di giochi d’epoca.

I bambini di oggi hanno perso la manualità – soleva ripetere il collezionista In passato non c’erano molti soldi per comprare i giocattoli, per questo ci si doveva ingegnare. Spesso erano i bambini più grandi ad insegnare a quelli più piccoli come costruire o inventare i giochi, tramandando saperi ed abilità.

Inoltre si giocava in comunità e quasi mai isolati, diversamente da quanto accade oggi. Credo sia importante per i ragazzi riscoprire questo modo di giocare, collettivo e basato sulle cose semplici, fatte con le proprie mani».

L’artista dalle mani di “seta” non ha visto nascere e crescere la sua “perla”, la collezione voluta fortemente dal suo amico con l’intento di tramandare la cultura della nostra amata Italia alle nuove generazioni, a causa della sua prematura dipartita.

Guardando con attenzione le opere del “Pisa” non possiamo far di meno che rimanere in assoluto silenzio avvolti nello spazio infinito.  

Per info e/o contatti 393 4813394 Michele Morra

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Redazione

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