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L’Udc dice addio ad Alfano, Cera: “L’Italia ha bisogno di scelte chiare”

E’ di oggi la notizia che l’Udc ha abbandonato il gruppo Area Popolare di Angelino Alfano, e immediata è la presa di posizione del Presidente del Gruppo consiliare “Popolari”, Napoleone Cera.

“L’UdC non poteva continuare a prestare il fianco alla sudditanza di Alfano nei confronti del premier , ma soprattutto non poteva ignorare la chiara indicazione della volontà popolare che ha bocciato la linea riformista del governo”, scrive Cera.

“La decisione di concludere l’esperienza di Area Popolare, mai veramente decollata, comunicata dal segretario nazionale Lorenzo Cesa, contribuisce a fare chiarezza nel panorama politico italiano perché evita condizionamenti nella gestione di un difficile passaggio istituzionale, posto che né Renzi né Alfano (coadiuvato da Casini) possono continuare a fare finta di nulla ed evitare di voltare pagina dopo il 4 dicembre”, è il pensiero di Cera.

Prosegue il leader dei Popolari: “L’Italia ha bisogno di scelte nette, chiare, immediate, e non dei soliti giochetti di palazzo che mirano a tenere in sella Alfano e Casini, sonoramente bocciati dal voto degli italiani, ma soprattutto incapaci di organizzare un processo di ricomposizione del quadro politico italiano, devastato da una campagna elettorale dai toni esacerbati, e puntando a coagulare l’area del cattolicesimo popolare e dei ceti moderati.
Il fallimento dell’esperienza di Area Popolare è nella impossibilità di garantire pari rappresentanza alle varie istanze della società civile, visto che una parte di essa ha preferito arroccarsi su posizioni di difesa del palazzo e non è più capace di ascoltare le esigenze e la volontà dei cittadini.”

“In questo difficile momento, l’UdC, come hanno evidenziato i parlamentari, confidando nella saggezza del presidente Mattarella, resta leale alleata del Partito Democratico e auspica la pronta costruzione di un soggetto politico credibile e vicino al popolo dei moderati – spiega Cera -. Un soggetto capace di incidere sia nelle decisioni nazionali che in quelle locali, soprattutto negli enti regionali che, dopo la bocciatura del disegno centralista renziano, si candidano a un governo territoriale più incisivo e più rappresentativo delle necessità di sviluppo, lavoro, istruzione, salute delle popolazioni amministrate”.

Redazione

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