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Operazione Rodolfo: duro colpo alla malavita foggiana

Si comunica che nella mattinata di mercoledì 17 c.m., personale della sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Foggia unitamente a personale del GICO della Guardia di Finanza di Bari, ha eseguito un ordine di carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari – Ufficio esecuzioni penali, a carico di:

1. FRANCAVILLA Emiliano, classe 1979 ed a capo della batteria mafiosa “SINESI- FRANCAVILLA”, il quale, dovrà scontare la pena della reclusione di anni 5 e mesi 6 oltre ad una multa di euro 5.600;

2. APRILE Valentino, classe 1990, intraneo alla batteria mafiosa “SINESI- FRANCAVILLA”, il quale, scomputato il periodo di presofferto, dovrà scontare la pena della reclusione di 6 mesi oltre ad una multa di euro 2.800;

3. PIPOLI Vincenzo, classe 1965, intraneo alla batteria mafiosa “MORETTI- PELLEGRINO”, il quale, scomputato il periodo di presofferto, dovrà scontare la pena della reclusione di 5 mesi oltre ad una multa di euro 2.400.

Per i tre soggetti sopra citati tale provvedimento costituisce l’epilogo del procedimento penale coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e noto come “Operazione Rodolfo”, nell’ambito del quale personale della Squadra Mobile di Foggia e dell’omologa articolazione investigativa della Guardia di Finanza del GICO di Bari, in data 04.04.2016, aveva eseguito un’ordinanza custodiale, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, a carico di nr. 11 soggetti, esponenti delle “batterie” mafiose della Società Foggiana “MORETTI – PELLEGRINO” e “SINESI – FRANCAVILLA”, tutti gravemente indiziati del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso; in tale circostanza, veniva altresì eseguita la misura cautelare patrimoniale del sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni mobili ed immobili, nella disponibilità degli indagati, per un valore complessivo stimato di oltre 700.000 euro.

Come è noto l’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, aveva permesso di accertare e documentare l’assoggettamento estorsivo posto in essere con metodo mafioso, in forma continuata e diversificata, ai danni di imprenditori e società operanti nell’indotto di un settore altamente strategico per l’economia locale, quale quello legato alla produzione ed alla trasformazione alimentare dei prodotti dell’agricoltura, da parte di soggetti organici o comunque contigui alle “batterie” mafiose dei “SINESI-FRANCAVILLA” e dei “MORETTI-PELLEGRINO”. Inoltre, le pretese estorsive avevano riguardato non solo la forzata elargizione di somme di denaro, con cadenza sistematica mensile, in favore dei principali esponenti delle due “batterie” sopra citate ma anche l’assunzione “fittizia”, quali lavoratori dipendenti delle aziende delle vittime, di soggetti indicati dalle compagini malavitose, divenuti quindi beneficiari di salari mensili senza fornire alcuna controprestazione lavorativa.

Redazione

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