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Puglia, i muretti a secco diventano patrimonio dell’umanità

I caretteristici muretti a secco, strutture di pietra che caratterizzano il paesaggio del nostro Paese, sono la prima forma di costruzione dell’uomo, opera che ancora oggi resiste al tempo e alle intemperie. Con le sue pietre grezze o semilavorate divide i terreni, soprattutto in Puglia, tra gli ulivi secolari e le campagne. L’Unesco ha riconosciuto l’importanza dei muretti a secco ma soprattutto l’arte con cui questi sono costruiti, con pietre impilate una sull’altra senza utilizzare altro materiale se non terra asciutta.

La storia di quest’arte è molto più antica di quanto si possa pensare. Questa tecnica infatti risale a tempi preistorici ed è il simbolo di un rapporto armonico tra gli uomini e il mondo naturale. Quello dei muretti a secco è un patrimonio che si aggiunge ai cinquantaquattro siti materiali diventati patrimonio culturale dell’Unesco.

Nella motivazione dell’organizzazione delle Nazioni Unite si legge: “L’arte dei muri a secco riguarda tutte le conoscenze legate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando altri elementi se non le pietre stesse e a volte terra a secco. È uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all’agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese”.

E ancora: “Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura. La pratica viene trasmessa principalmente attraverso l’applicazione concreta alle particolari condizioni di ogni luogo in cui viene utilizzata”, spiega ancora l’organizzazione, ricordando che spesso i muretti a secco “svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura”.

Fonte: ilgiornale.it

 

Annarita Correra

Mi chiamo Annarita Correra, ho 28 anni, sono una giornalista pubblicista, una copywriter, content creator e cantastorie. Credo che la bellezza salverà il mondo e per questo la cerco e la inseguo nella mia terra, la più bella del mondo. L’amore per la letteratura mi ha portato a conseguire la laurea triennale in Lettere Moderne e quella magistrale in Filologia Moderna. Ho collaborato con riviste online culturali, raccontando con interviste e reportage le bellezze pugliesi. La mia avventura con Foggia Reporter é iniziata cinque anni fa. Da due anni curo la linea editoriale del giornale, cercando di raccontare la città e la sua provincia in modo inedito, dando voce e spazio alla cultura e alle nostre radici. Scrivo e creo contenuti digitali, gestisco la pagina Instagram del giornale raccogliendo e raccontando le immagini più belle delle nostra terra.

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