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Reati ambientali a San Severo: il sindaco richiede un tavolo tecnico

San SeveroReati ambientali legati al traffico illecito di rifiuti in Capitanata: interviene il sindaco di San Severo, Francesco Miglio.

Alla luce delle recenti attività investigative che hanno messo in luce la presunta consumazione di reati ambientali in agro di San Severo il Sindaco avv. Francesco Miglio ha chiesto al Prefetto di Foggia dott. Raffaele Grassi di convocare un tavolo tecnico.

All’incontro è richiesta la presenza anche di Regione Puglia, Provincia di Foggia, Arpa e Asl Fg per una attenta disamina della situazione e di eventuali attività di tutela della salute pubblica da adottare.

Nell’ambito di un’indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, su disposizione della magistratura barese, oltre 100 militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari hanno eseguito misure restrittive nei confronti di una presunta organizzazione criminale dedita al traffico illecito di rifiuti e allo sversamento degli stessi in terreni agricoli della provincia di Foggia.

Le società ed i soggetti a vario titolo coinvolti avrebbero abusivamente trattato in forma organizzata ingenti quantitativi di rifiuti speciali pari ad almeno 240 mila tonnellate, conferiti da imprese campane, pugliesi e diversi Enti Locali, qualificandoli come “compost” (ovvero un fertilizzante organico stabilizzato biologicamente, con buona dotazione di elementi nutritivi, ricco di sostanze umiche, di pezzatura definita, igienicamente sicuro, esente da semi vitali di infestanti) e smaltendoli illecitamente in terreni agricoli nella provincia di Foggia.

In particolare, le imprese non avrebbero applicato le corrette procedure tecniche per trattare la frazione organica dei rifiuti conferiti che al termine dell’intero processo di riciclo manteneva le caratteristiche di rifiuto speciale non pericoloso e non di fertilizzante da destinare al mercato agrotecnico.

Successivamente, lo smaltimento di tale prodotto avveniva mediante la simulata vendita del presunto fertilizzante mediante la produzione di falsi documenti di trasporto e altra documentazione contabile attestante l’apparente commercializzazione dei rifiuti asseritamente trattati, con il conseguente abbandono degli stessi su terreni agricoli, talvolta riconducibili agli stessi indagati, con evidenti ricadute sulle emissioni odorigene, che hanno suscitato particolare allarme nella popolazione residente, costretta a respirare aria infestata dalle esalazioni dei rifiuti sversati sul terreno.

Redazione

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