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Le Guide di Foggia Reporter: Rocchetta Sant’Antonio

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Rocchetta Sant’Antonio – Sui sentieri dell’Annunziata dietro Petra Longa, Lacedonia e Melfi abbracciano una rocca risalente all’anno 1000. Questa trasformò l’Oppidum Rocca dei Dauni e Sanniti, abitanti sull’Ofanto, in Castel Sant’Antimo.

Tanti furono i nomi di questo paese fino a che alla memoria fu ricordato Sant’Antonio, colui che salvò il borgo da una totale distruzione barbarica.

È sorprendente vedere come Rocchetta Sant’Antonio si sia costruita su edifici medievali e palazzi rinascimentali, tutti racchiusi nel centro storico all’interno delle mura di Sant’Antimo, vecchia fortezza su cui nel ‘500 fu edificato il fiore all’occhiello del paese: Castello d’Aquino.

Castello d’Aquino – Ph. Credit: Mediterraneo Antico

Puntualmente “incendiato” in mirabili giochi pirotecnici durante le fanoje di Sant’Antonio, le sue sommità merlate e i colori ocra della pietra calcarea inglobano la Chiesa di San Giuseppe, cappella gentilizia per le funzioni di assoluzione alla famiglia feudale, e si legano alla Chiesa della Maddalena con le sue pregiate opere lignee, il Convento dell’Annunziata e la Chiesa Madre con il suo splendido campanile di matrice settecentesca.

A stupire è l’armonia delle architetture lastricate in pietra che, in un saliscendi di strutture normanne e piazze aragonesi costeggiante dallo zampillio di alcune fontane, raccontano lo sviluppo di Rocchetta Sant’Antonio lungo il pendio della collina, su cui sono ubicate le prime torri quadre che hanno dato forma alla fortezza che Marchese d’Aquino di Corato acquistò da Ferdinando d’Aragona.

Palazzo del Sedile – Ph. Credit: Regione Puglia

Di fronte, due archi a tutto sesto tra due solide colonne in pietra introducono al Palazzo del Sedile, meglio noto come il Seggio, casello di dogana e luogo di udienze feudali provvisto di strumenti di scambio commerciale, molto diffuso nel Regno di Napoli.

Passando per la Torre dell’Orologio, si ascoltano i discorsi degli anziani in dialetto avellinese: Sant’Antonio rientra in Puglia solo dal 1940. Ci si abbevera a fontana r’morc per proseguire.

Seppur con due soli ristoranti e cinque bar, Rocchetta Sant’Antonio si annovera una Bandiera Arancione: c’è molto altro da scoprire!

Importante caratteristica è la Petrala, il sentiero che, iniziando dal centro storico, conduce al bosco comunale.

A farci strada sono le innumerevoli fontane dalle acque benefiche, il cui sapore dolciastro richiama al culto della Madonna del Pozzo, compagna di vita e di speranza per i rocchettani.

Petra Longa – Ph. Credit: Rocchetta Turismo

Nonostante vaste aree pic nic e soste camper per i turisti., la natura trova massima espressione nella varietà di arbusti secolari e piante medicinali dove si nascondono ricci, tartarughe, civette e falchi e qualche pastore del luogo.

La fontana Manga “di sotto” si scopre la rete del Regio Tratturo Pescasseroli – Candela percorribile in bici, a piedi o a cavallo e che costeggia la rete ferroviaria Avellino – Rocchetta Sant’Antonio, ormai abbandonata. 

Ponte Cannito, viadotti e gallerie, villaggi rurali, stazioni e caselli si fanno largo tra pale eoliche fino ad arrivare al Dragone e Sagnennar, porti fluviali che dal neolitico rappresentano l’emblema del mistero, quello stesso misticismo rappresentato nei balli ancestrali e spagnoleggianti durante la sagra podolica in paese.

Fonte: pp.8, 70 -78; Comune di Rocchetta Sant’Antonio, “Dichiarazione ambientale secondo i requisiti del Regolamento (CE) N. 1221/2009 EMAS”, Certiquality e Touring Club Italiano, 27/02/2015.
p. 376, Touring Club Italiano, “Guida Gastronomica d’Italia”, Mondaini e C., 1931.
Lattanzi, A., Lattanzi, N., “Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Puglia”, Newton Compton Editori, 2015.

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