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Sant’Anna, la festa della gastronomia foggiana

Foggia – Nel quartiere foggiano del Cappellone delle Croci, la fine di luglio apre le porte ad una delle feste più sentite di Capitanata in onore di Sant’Anna, protettrice delle madri di famiglia e partorienti.
La chiesa di Sant’Anna, non a caso, si ubica qui dal 1891, di fianco al convento dei cappuccini che nel 1882 raggiunsero la città di Foggia in fuga dal vecchio convento di Santa Maria di Costantinopoli a causa dalle guerre d’indipendenza. Fu così che i frati vennero accolti attraverso il generoso operato di terrazzani e benefattori locali, ottenendo in cambio luogo di culto dedicato a San’Anna.
Se fino agli anni ’50 la celebrazione di Sant’Anna fu occasione di divertimenti genuini ed autentici come il palo della cuccagna, il gioco dei “quatto soldi” e dei maccheroni; oggi vi troviamo la moderna goliardia di giostre e giochi comuni che lasciano comunque spazio allo street food esibito orgogliosamente sulle intramontabili bancarelle visibili allo “strùsce” (passeggio fra le vie) del quartiere, invitando tutti i passanti all’eccellente degustazione di piatti tipici locali ben radicati nella tradizione enogastronomica daunia.
Ma, allora, di che pietanze si tratta? Sicuramente di piatti di stagione a base di ingredienti semplici e genuini, prodotti primari della terra foggiana.
Innanzitutto, le “ciammaruchèlle” (lumache), il simbolo per eccellenza della festa di Sant’Anna in quanto il percorso della processione si snodi nel borgo disegnando la sagoma del mollusco in questione. In tempi di carestia, infatti, le lumache erano un ingrediente molto importante: i terrazzani le raccoglievano nei campi prima dell’incendio delle stoppie per conservarle, poi, in grandi ceste di vimini coperte da un panno. La loro funzione nutritiva è quasi nulla e proprio per questo sono una pietanza che appaga immediatamente la fame. Ciò giustifica anche la lunga ed elaboriosa preparazione del piatto: tradizione vuole che queste siano spurgate, immerse in acqua e sale, sciacquate ripetutamente e condite con alloro ed olio.

Tuttavia, a questo alimento sostanzioso si accompagna ad un’altra ricca ricetta tipica: le pizze fritte, una mini pizza condita con ripieno centrale di mozzarella, sugo rigorosamente fatto in casa e basilico fresco a base di una pasta preparata con acqua e farina di fresca macinatura. Un impasto abbondante ed appagante anche nella sua forma cilindrica, l’ideale da gustare in strada durante il passeggio.
E come si sa, al Sud il cibo abbonda all’infinito, perciò la festa non può che terminare con una bella fetta di melone rosso di stagione che insieme al resto delle ricette arricchiscono la tradizione enogastronomica foggiana.
Non resta che procedere con la festa e la celebrazione lungo le strade del borgo, ambientazione perfetta di condivisione e celebrazione sotto lo sguardo protettivo di Sant’Anna. Questo è il gusto dell’estate foggiana, provare per credere!

Michela Serafino

Operatore culturale nei sistemi turistici e 30 anni di "pugliesità". Fin da bambina ho osservato con curiosità le meraviglie dell'arte. Decidendo di fare della mia passione una professione, sono volata via da Foggia per laurearmi in Scienze dei Beni Culturali e specializzarmi in Turismo, territorio e sviluppo locale presso la Bicocca di Milano. Con i miei primi passi nei musei, ho capito il valore della condivisione del bello con la società.... mai quanto nella mia regione! La mia mission? In quanto educatore museale e guida turistica, ciò che adoro di più è convertire i disinteressati al piacere della scoperta nei musei e alla bellezza della mia città. Il territorio trama con le sue risorse attraverso metodi di comunicazione 4.0 e web marketing (SEO, Socialmedia,...), tali da apportare il giusto contributo alla promozione culturale e turistica, ed io ci sono dentro. Rivolgendomi sia a giovani che ad adulti tra attività e laboratori, i miei racconti si rivolgono a chiunque abbia voglia di conoscere la Puglia, in particolare la Daunia. Il mio cavallo di battaglia? Progettare ed organizzare eventi culturali coordinando, tramite i media, strutture, associazioni ed infrastrutture necessarie per la mobilità e l'ospitalità. Adoro viaggiare, ma soprattutto appassionare della mia terra.

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