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Trivelle: proteste a Roma, a Manfredonia convegno dei No Triv

Martedì 19 gennaio si terrà, in piazza del Quirinale a Roma, un sit-in silenzioso contro il rischio di trivellazioni nell’Adriatico. L’evento avrà luogo proprio davanti alla sede della Corte Costituzionale, impegnata nell’esame dei referendum contro le trivelle. La mobilitazione non finisce qui: lunedì 18, alle 10, nel Comune di Manfredonia si terrà un convengo pubblico organizzato d’intesa con il coordinatore della rete No Triv del Gargano Raffaele Vigilante e il sindaco della città sipontina.

Scrive Onofrio Introna, ex presidente del Consiglio Regionale della Puglia: “L’incontro è aperto ai sindaci di tutti i comuni pugliesi che si affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio ed ai rappresentanti delle associazioni che si battono per la tutela dell’ecosistema marino e per difendere i nostri mari dal petrolio”. Prevista la presenza anche del presidente della Provincia di Foggia, Francesco Miglio, e del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

“C’eravamo illusi che si fosse giunti ad un livello di rassicurante confronto Governo-Regioni”, fa sapere Introna, “con l’iniziativa dei dieci Consigli regionali, che interpretando le preoccupazioni dei cittadini, avevano sottoposto a referendum abrogativo le norme che consentono di aggredire i nostri mari con le trivelle. La decisione della Cassazione di accogliere come correttamente posti i sei quesiti referendari aveva rafforzato questa convinzione”.

“Gli ultimi avvenimenti – precisa – ci dicono invece che si torna al punto di partenza, tanto da spingere a chiederci se le Regioni siano ancora in condizione di bloccare le trivelle. Il governo nazionale – prosegue l’ex presidente del Consiglio Regionale – continua immotivatamente a non farsi carico delle ansie che i cittadini di mezza Italia pongono da anni, in maniera composta. I vertici del Mise, fregandosene di tutto e di tutti, continuano a rilasciare autorizzazioni alle ricerche di idrocarburi, come quella “spregiudicata” rilasciata al largo delle isole Tremiti, dimenticando che si autorizzerà ad operare nel parco marino protetto. La Cassazione fa un passo indietro e annulla cinque dei sei quesiti”.

“Sarà l’occasione per ribadire al ministro Guidi, che le prospezioni sono il presupposto per le successive trivellazioni e che, quindi, le precisazioni dell’autorevole rappresentante del Governo nazionale non ci rassicurano, soprattutto quando si fa riferimento al mare che circonda le isole Tremiti”.

“Sarebbe stato buona norma, per il Ministero dello Sviluppo Economico, osservare una moratoria di tutte le iniziative legate alla ricerca e sfruttamento di idrocarburi, sia nel rispetto della leale collaborazione con le Regioni e gli enti locali, sia per rispondere alle legittime preoccupazioni dei cittadini, che solo con il referendum abrogativo avranno la possibilità di esprimere la loro opinione. Di fronte a questo disarmante scenario – conclude Introna -, è legittimo chiedersi se sia sufficiente l’iniziativa assunta dal Consiglio regionale della Puglia, di sollevare il conflitto di attribuzioni e se non sia quanto mai tempestivo il ritorno di cittadini e forze democratiche sulle piazze, a ribadire il NO all’assalto delle multinazionali del petrolio ai nostri mari”.

Redazione

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