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Entusiasmo e passione, a Troia i ragazzi disabili preparano e vendono la pasta fresca grazie al progetto E.D.e.N.

Troia – Continuiamo a raccontarvi dei progetti vincitori del PIN, sigla che indica un’iniziativa delle Politiche Giovanili della Regione Puglia rivolta ai giovani e alle giovani che intendono realizzare progetti imprenditoriali innovativi ad alto potenziale di sviluppo locale.

Oggi in particolare vorremmo farvi conoscere una cooperativa nata in provincia di Foggia, esattamente a Troia: E.D.e.N.

Abbiamo parlato con il presidente Donato Manna che prontamente ha voluto raccontare in maniera esaustiva tutto ciò che riguarda il progetto.

-Dove e quando nasce questo progetto?

Il Progetto E.D.e.N. (che è l’acronimo di Emancipazione dei Disabili e dei Normodotati) nasce a Troia nel 2014 ed è stata un’idea progettuale dell’Associazione Meravigliosi Doni che è un’altra associazione di Troia che si occupa sempre dei ragazzi disabili dal 2004 ed è stata creata da genitori che vivono continuamente la disabilità come il sottoscritto perché io ho una sorella diversamente abile.

I miei genitori, insieme a tanti altri genitori, hanno cercato di dare un prosieguo extra scolastico a questi ragazzi (che hanno tutti più di 30 anni) e quindi di dare a loro quell’inserimento sociale anche pomeridiano.

Diciamo che è stata creata anche per dare un po’ di libertà mentale ai genitori perché questo centro ricreativo è stato dato per dare a loro la possibilità di “evadere” mentalmente per due/tre ore al giorno.

-Come è nata l’idea che ha portato alla creazione di questo progetto?
L’idea è nata dall’Associazione Meravigliosi Doni perché avevamo notato che molti dei nostri ragazzi, pur avendo una disabilità, non presentavano comunque delle disabilità tali da pregiudicargli un inserimento lavorativo.

Molti di loro sono ragazzi che effettivamente possono lavorare a tutti gli effetti. Nel territorio in cui ci troviamo è difficile l’inserimento di ragazzi normodotati, figuriamoci l’inserimento dei nostri ragazzi. Quindi è veramente un’utopia.

-Chi sono coloro che l’hanno creato e successivamente promosso in Puglia?
Sempre l’Associazione Meravigliosi Doni. Questo progetto aveva come obiettivo finale dopo tre anni (quindi nel 2017) la creazione di una cooperativa sociale di tipo B per creare appunto la cooperativa EDeN della quale io sono il presidente con Michele Cresce o Elvira Santacroce (miei soci) e dei ragazzi diversamente abili che ne fanno parte.

La cooperativa poi ha continuato questo progetto poiché il primo (ovvero l’Associazione) era stato finanziato dal Dipartimento Politiche Sociali del Ministero e prevedeva la creazione di un laboratorio.

Noi definivamo quest’ultimo come un laboratorio terapeutico perché i ragazzi venivano e facevano una vera e propria terapia usando l’acqua, la semola, le uova.

La nostra cooperativa ha voluto continuare a chiudere un cerchio andando a presentare un progetto sul PIN. L’aver vinto ci ha dato la possibilità di creare un’attività commerciale a tutti gli effetti, quindi noi produciamo i nostri prodotti e li vendiamo sia attraverso dei canali di ristorazione (addirittura abbiamo consegnato per un bel po’ di tempo i nostri ravioli a Beppe Zullo, ad esempio).

-Di cosa vi occupate nel dettaglio?

Produciamo pasta fresca, pasta essiccata che viene confezionata dai nostri ragazzi e che viene venduta. Adesso, in questo periodo un po’ fermo, stiamo cercando nuove conoscenza per la vendita online dei nostri prodotti.

Non ci occupiamo solo di pasta però: la cooperativa comunque partecipa anche ad altri progetti con i ragazzi disabili di Castelluccio, altri progetti di collaborazione lavorativa.

Quindi diciamo che la forza della cooperativa risiede principalmente nel pastificio, poi dietro abbiamo dovuto creare varie ramificazioni per farla crescere poiché non è così facile.



-Quanto è attiva in Puglia l’inclusione nell’ambito lavorativo di coloro che hanno disabilità?

Diciamo che nella nostra Provincia è difficile trovare realtà di società, di aziende, di artigiani che danno la possibilità ai nostri ragazzi di potersi esprimere. Io però non condanno mai nessuno poiché purtroppo ognuno giustamente pensa al suo e a volte i nostri ragazzi vengono visti come un genere di impedimento, di rallentamento nel loro percorso produttivo.

Noi, per quanto abbiamo potuto constatare con il pastificio, possiamo smentire tutto questo nel senso che, se i ragazzi vengono affiancati da giovani normodotati che hanno comunque delle qualità professionali, i “ragazzi speciali” (come li chiamo io) possono fare di tutto.

Partendo dal fatto che, la maggior parte dei ragazzi che frequentano il pastificio, a livello di vendita lavorano a tutti gli effetti. Di realtà del genere a Lucera ad esempio c’è una cioccolateria o a Foggia un b&b.

Ma si potrebbe fare veramente di più anche perché molte aziende non sanno che l’inserimento di ragazzi disabili è vantaggioso anche a livello fiscale con sconti sulle tasse o contributi dello Stato.

-La fine della quarantena certamente non indica la conclusione definitiva di un’emergenza, ma comunque pian piano tutti stanno cercando di ricominciare. Come avete vissuto questo periodo e come volete ripartire?

Noi purtroppo abbiamo avuto una batosta da questa pandemia. Abbiamo chiuso il nostro centro ricreativo dove i ragazzi andavano a fare terapia intorno alla fine di Febbraio. Ancora non riapriamo anche perché per riaprire ci vogliono tante risorse per un’associazione che vive solo di 5×1000 o altre donazioni di qualche famigliare.

È vero, si fanno dei progetti, ma i progetti poi finiscono e per ripartire serve di più. Siamo chiusi anche con il pastificio. La nostra principale fonte di guadagno erano i canali di ristorazione e pensare che adesso i ristoranti sono ripartiti da poco anche con una marcia bassa, non mi permette di vedere un futuro brillante, neanche con l’arrivo dell’estate.

Il pastificio infatti d’estate, se non con qualche sala ricevimenti, non è che lavorava poi tanto. La pandemia ci ha un po’ tagliato le gambe, però noi siamo abituati a soffrire e a rialzarci quindi tutto questo non ci spaventa.

Speriamo bene nei prossimi mesi dato che stiamo cercando anche dei nuovi finanziatori che ci possano aiutare nel ripartire a maggior ragione perché, nello stesso periodo prima della pandemia, abbiamo spostato la sede del pastificio e avremmo dovuto riaprire, ma poi è successo quello che tutti sappiamo.

-Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati sin dall’inizio con questo progetto?

Creare nuove imprese che rispettino le norme per l’inserimento lavorativo dei nostri ragazzi è possibile e anche vantaggioso, quindi bisogna continuare nell’inseguire questo obiettivo.

Bisogna far conoscere il nostro progetto alle imprese, agli artigiani. Bisogna continuare ad informare e sensibilizzare, infatti nei prossimi mesi abbiamo l’intenzioni di creare altri progetti che possano dare la possibilità ai nostri ragazzi di inserirsi a livello professionale.

Vincenzo Maddalena

20 anni. Studente di lettere moderne all’Università degli Studi di Foggia. Appassionato di libri, musica, serie tv e film. Come obiettivo principale mi pongo sempre quello di far conoscere realtà, idee diverse e interessanti di cui non si parla molto o se ne parla in maniera disinformata. Speranzoso soprattutto di continuare questo percorso giornalistico con buoni risultati.

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