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L’università di Foggia sbarca a Las Vegas: merito dell’unità di tossicologia forense

Superando la dura selezione introdotta da quest’anno dal comitato scientifico internazionale, l’Università di Foggia farà parte delle poche accademie italiane ammesse all’American Academy of forensic sciences in programma a Las Vegas (Nevada) dal 22 al 27 febbraio p.v.: una presenza, quella di UniFg ai congressi annuali dell’A.A.F.S., sostanzialmente ininterrotta dall’anno di fondazione dell’Istituto di medicina legale (2000) ad oggi. E come sempre fanno parte della cronaca nera verificatasi in Capitanata, durante l’anno scorso, i casi che saranno affrontati e discussi a Las Vegas e che stavolta vedono protagoniste le evidenze scientifiche emerse dalle attività condotte dall’Unità di tossicologia forense dell’Asl Foggia di Cerignola (coordinata appunto dall’Istituto di medicina legale dell’Università di Foggia).

Al primo caso (Human Scent Evidence — Volatile Organic Compounds (VOCs): A Unique Trace >From Science to Criminal Investigation) hanno lavorato Cristoforo Pomara, Alessandro Bellifemina, Dania De Carlo, Carmela Fiore, Palmira Fortarezza, Margherita Neri, Irene Riezzo e Marcello Rendine dell’‘Istituto di medicina legale UniFg: attraverso complesse indagini, eseguite in laboratorio, sono stati presi in considerazione quegli elementi che è impossibile cancellare dalla scena del crimine, mettendo a punto una ricerca scientifica volta alla repertazione, identificazione e conservazione dei composti volatili (VOCs) liberati nell’aria o sugli oggetti dall’autore di un crimine. Grazie a questi studi è stato possibile identificare l’odorotipo umano specifico e, soprattutto, avviare un progetto di formazione di un’unità cinofila in grado di rilevare l’odore lasciato dal reo sulla scena del crimine per procedere, in una seconda fase, all’esatto riconoscimento dello stesso fra altri eventuali sospettati. Per questo ambizioso traguardo ci si è avvalsi della insostituibile collaborazione di Mylo Knaight, labrador maschio, da anni in servizio presso la Sezione dipartimentale di medicina legale dell’Università di Foggia.

Al secondo caso (K9 Water Searches and Volatile Organic Compounds (VOCs): A Method to Aid in Determining the Location of Submerged Human Bodies) invece hanno lavorato Marcello Rendine, Cristoforo Pomara, Carmela Fiore, Palmira Fortarezza, Francesco Sessa e Irene Riezzo: analizzando a fondo la consolidata prassi delle organizzazioni malavitose di occultare cadaveri in cisterne o pozzi artesiani, così come il fenomeno delle morti da annegamento per i continui sbarchi di clandestini sulle coste italiane, hanno reso sempre più pressante per gli inquirenti l’esigenza di disporre di un “dispositivo” atto a rilevare la presenza di corpi umani sommersi. A questa esigenza ha risposto la Sezione dipartimentale di medicina legale dell’Università di Foggia, in collaborazione con l’Unità di tossicologia forense dell’Asl Foggia e il Dipartimento di anatomia dell’Università di Malta, conducendo un progetto di ricerca volto ad identificare in laboratorio gli elementi volatili (VOCs) rilasciati sulla superficie dell’acqua da corpi di cadaveri sommersi. Dall’identificazione di questi composti organici ne è scaturito un programma di formazione di un’unità cinofila in grado di segnalare con assoluta precisione la presenza, non rilevabile ad occhio umano, di corpi occultati dall’acqua: l’unità cinofila, operante presso la Sezione dipartimentale di medicina legale dell’Università di Foggia, risponde al nome di Crownwood Magic Song “Amos”, giovane labrador maschio di due anni. «Nel chiuso di un laboratorio a direzione universitaria, sebbene ubicato presso l’ospedale Giuseppe Tatarella di Cerignola, si stanno facendo passi da gigante – argomenta il prof. Cristoforo Pomara, associato di Medicina legale e delegato alla Ricerca scientifica dell’Università di Foggia –. Il silenzioso sacrificio che ogni giorno si perpetua in quei laboratori sarà inoltre ripagato dalla edizione di due capitoli su un prestigioso manuale edito da Springer, curato da un autore australiano e dedicato alla tossicologia degli annegati e ai sopralluoghi marini delle unità cinofile, campo in cui senza tema di smentita possiamo affermare di essere Istituto leader in Italia».

Inoltre a Las Vegas sarà protagonista anche il caso di San Fortunato da Serracapriola, ovvero l’autopsia – condotta attraverso l’analisi approfondita col mezzo del Carbonio 14 – sui resti del corpo custoditi nella nicchia della chiesa di Santa Maria in Silvis eseguita dal prof. Cristoforo Pomara. Attraverso i suoi resti, su espresso desiderio della curia locale, l’Istituto di medicina legale dell’Università di Foggia è riuscito a risalire all’altezza, alla costituzione, al periodo della morte e forse anche alle cause dell’uomo che la comunità di Serracapriola venera come San Fortunato. Una conquista scientifica che è finita nella monografica dal titolo “Fortunato, anatomia di un Santo”, di cui è autore lo stesso prof. Cristoforo Pomara, pubblicata nella collana “VestigiA” per conto dell’Università di Foggia presso le Edizioni del Castello (Foggia, 2015).

Redazione

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