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FarminBox, l’idea di due cugini foggiani per portare nelle case la tradizione del Tavoliere

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Foggia FarminBox è un progetto molto recente e innovativo. Nato per cercare tramite il servizio delivery di non far fermare né l’economia del settore primario, essenziale per quanto riguarda il nostro territorio, tantomeno la tradizione dei prodotti della nostra terra a tavola.

Il progetto sta piacendo molto e questo lo si nota dal numero degli ordini che aumentano ogni giorno (stando a quanto ci riferiscono i creatori del progetto di cui vi parleremo qui di seguito) e dal passaparola sui social tra storie su Instagram, post su Facebook e così via. 

Per capire meglio di cosa si tratta con precisione questa iniziativa, abbiamo deciso di conversare con i creatori di quest’ultima: Nicola Lombardi e Giovanni Dotoli.

Quando e come è iniziato tutto?

FarminBox nasce dall’idea di due giovani cugini, Nicola Lombardi e Giovanni Dotoli, con l’obiettFarmin Bivo di portare la tradizione del territorio del Tavoliere delle Puglie nelle vostre case mediante un innovativo sistema di delivery. L’intenzione è quella di far scoprire come nasce ogni prodotto, dalla preparazione del terreno all’arrivo sulle vostre tavole, passando per le fasi della semina, la maturazione e la raccolta.

Da un lato Nicola, produttore agricolo da generazioni, dall’altro Giovanni, sommelier professionista, uniscono il loro concetto di territorialità, sviluppo e sensibilità verso il consumatore proponendo un’esperienza che non si limita ad essere degustativa, ma si configura come un vero e proprio percorso sensoriale. L’esperienza e la professionalità di Giovanni, inoltre, rappresentano un plus nella scelta e nell’abbinamento dei prodotti, per garantirvi sempre il massimo della qualità.

L’obiettivo che ci siamo posti concretamente è compiere un’istruzione agroalimentare del processo produttivo di ogni singolo prodotto fino alle nostre tavole, creando sinergie tra la nostra terra, i produttori ed il consumatore finale. Possiamo anche assicurare che i prodotti che arriveranno sulle vostre tavole provengono dall’azienda di Nicola e di altri piccoli produttori selezionati della Capitanata, un territorio unico e ineguagliabile che si colloca tra la salità del mar Adriatico, la dolcezza della laguna di Lesina e la freschezza del subappennino dauno.

Da dove nasce l’idea del nome di questa attività?

Farm-in-box letteralmente significherebbe “la fattoria in una box/scatola”, ma per noi questo termine raggruppa tutto ciò che riguarda l’agricoltura e i prodotti del nostro territorio dalla verdura, alla frutta (sempre stagionalmente), olio e prodotti come vini che cerchiamo di prendere dai piccoli o medi produttori per cercare di aiutarli.

Cosa è che contraddistingue la vostra attività da altre del settore?

Anzitutto il tipo di servizio che offriamo, attualmente non lo offre nessuno in Italia: un processo che non si ferma al delivery, ma che vuole anche raccontare ai clienti il processo di coltivazione, fino alla raccolta dei prodotti. Un’altra cosa importante è l’intenzione di far percepire a coloro che si approcciano alla nostra iniziativa che il territorio in cui viviamo non è come descritto dalle principali testate giornalistiche nazionali, non vi è solo del marcio, ma ci sono anche realtá come la nostra, fatta di ragazzi giovani, volenterosi e orgogliosi di far parte di questo magnifico territorio che spesso non è valorizzato per la enorme qualità che possiede.

Come siete organizzati in questo periodo di pandemia?

Cerchiamo di premere, come molti durante questo periodo, sul delivery che alla fine è anche ciò che caratterizza il nostro progetto. 

Qual è il segno che vorreste lasciare con FarminBox?

Noi vorremmo cercare di far capire quanto valga il nostro territorio e trasmettere questa concezione alle generazioni successive mediante la bellezza della nostra terra e l’impegno nel difenderla sempre anche in questi momenti molto, molto bui, soprattutto agli abitanti del nostro territorio che sono i primi molte volte a non apprezzare quest’ultimo. 

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