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A Foggia un team di ricercatori europei per salvare la Gallina prataiola

Si è svolto a Foggia, nell’ambito del progetto LIFEplus TETRAX, un incontro tra i massimi esponenti europei dell’ecologia delle aree steppiche per valutare la possibilità di salvare dall’estinzione la Gallina prataiola. Nel dettaglio, si tratta di valutare le aree a pascolo presenti in Puglia e Basilicata, dal Parco del Gargano al Parco dell’Alta Murgia fino alla Murgia materana, per ricostituire una popolazione vitale di questa piccola otarda, cara a Federico II.

Le riunioni di lavoro, coordinate dal dirigente dott. Stefano Biscotti dell’assessorato all’Ambiente della Provincia di Foggia con il supporto dei ricercatori del Centro Studi Naturalistici ONLUS, Biophilia e dell’Ufficio Parchi della Regione Puglia, hanno visto la partecipazione di esperti europei provenienti da università spagnole e portoghesi ma anche da diverse regioni italiane a partire dalla Sardegna, dove sopravvive l’ultima popolazione italiana di gallina prataiola, ed importanti contributi sono arrivati dalle esperienze di associazioni come la LIPU e il WWF.

Dall’incontro, è emerso che la specie continua a contrarre il suo areale e solo in pochissime realtà la popolazione sembra stabile e vitale. Dalla visita agli habitat (dall’alto Gargano all’Oasi Lago Salso al Parco dell’Alta Murgia) è emersa la necessità di approfondire l’evoluzione del paesaggio agrario, per comprendere in che maniera i cambiamenti avvenuti nell’ultimo secolo hanno interagito negativamente con la distribuzione della gallina prataiola, un uccello simbolo in Europa della ruralità e della qualità della vita nelle aree agricole di tipo tradizionale.

Il prossimo incontro con la commissione scientifica internazionale del progetto è previsto nella primavera del 2016, per inaugurare il Centro di Riproduzione della Gallina prataiola che è in fase di realizzazione nell’Oasi Lago Salso. Inoltre, in quella data saranno disponibili i dati genetici relativi alle indagini condotte sugli esemplari musealizzati e condotte da un centro pubblico specializzato di Barcellona. Tramite questi dati sarà possibile valutare dove prelevare gli esemplari per ricostituire la popolazione italiana peninsulare della specie.

Redazione

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