Lomuzio: il Censis non ci penalizza

Ci si aspettava un Rettore contrariato per la classifica Censis che arretra l’Università di Foggia di due posizioni rispetto allo scorso anno, ma Lorenzo Lo Muzio dichiara, invece, di essere soddisfatto. È vero che l’Ateno di Foggia perde due posizioni rispetto ad un anno fa, ma quel dato deve essere letto e interpretato. “Quando i dati Censis vanno a valutare una seria di parametri – inizia Lo Muzio – alcuni di questi sono basati sulla didattica, altri sono basati sui servizi e sulle strutture. Il discorso è semplice: per fortuna/purtroppo abbiamo aumentato il numero degli studenti. In una tendenza generale di diminuzione degli iscritti il nostro è uno dei pochi Atenei che ha invece aumentato – di circa il 5% – il numero dei suoi studenti. Ma il trend positivo va visto incrociando due dati: numero studenti e strutture. Se avevamo dieci aule e diecimila studenti, ora che gli studenti sono quindicimila il parametro si abbassa. Abbiamo guadagnato punti da una parte, ne perdiamo da un’altra. Purtroppo, non riusciamo ad aumentare così rapidamente le strutture e i servizi in relazione all’aumento del numero degli studenti. Per noi il numero degli studenti, naturalmente, più è alto meglio è, e quindi ci stiamo attrezzando. A Medicina, per esempio, abbiamo in costruzione due plessi: uno è in fase di scavo, l’altro deve essere finanziato. L’altro motivo di “penalizzazione” è nella riduzione delle borse di studio. Ma anche qui la questione è legata al numero degli studenti. Il numero delle borse di studio è legato alla disponibilità economica. Le borse sono coperte in parte dall’Adisu e in parte da nostri fondi. Se di fronte a una certa disponibilità economica le richieste aumentano non riusciamo più a soddisfare il 100% delle richieste ma il 95%, e questo nei dati Censis viene inserito nei dati negativi”.
I dati negativi, quindi, non spengono la soddisfazione nel neorettore: “Per tutto quello che ci riguarda direttamente, nelle cose che possiamo fare, nella preparazione dei docenti siamo in posizioni di rilievo. La facoltà di giurisprudenza è quarta in Italia, prima nel Mezzogiorno, Odontoiatria va benissimo, Medicina va bene, Scienze dell’Educazione è tra le prime in Italia. I risultati sono legati alla didattica ma molto dipende anche dai servizi, dalle attrezzature, dalla logistica per studenti. Sulle residenze per studenti stiamo meglio. Abbiamo appena inaugurato l’ex White House Hotel, e con l’Adisu stiamo ragionando per realizzare due-tre grosse residenze nei prossimi due anni”.
E a proposito di spazi ci sono quelli della caserma Miale: “In quella struttura non ci saranno molti spazi per studenti. L’immobile è sottoposto a vincolo, quindi non possiamo abbattere muri per creare grandi aule, per esempio. Gli spazi della caserma in parte saranno occupati dal Rettorato, in parte da contenitori culturali a disposizione della città, in parte da corsi innovativi come ingegneria. Con la caserma Miale certamente non risolviamo il problema dei grossi corsi numerici come medicina, o come biologia, psicologia. Sono tutti corsi da 400/500 persone e la Miale non avrà spazi così ampi”.
Il rettore è felice per le performance complessive dell’Università di Foggia: “Il nostro è un ateneo giovane. L’anno prossimo compiremo appena venticinque anni. Siamo quindi una università giovane, meridionale, che insiste sin un territorio difficile come quello di Foggia. Sono certamente soddisfatto se in alcuni settori superiamo Atenei con storie millenarie come la Federico II e l’Alma mater”.