Politica

Omicidio Palmieri, Donne Democratiche: “Qualcosa non ha funzionato, bisogna rimediare presto”

L’intervento dell’associazione di Donne Democratiche di Capitanata sull’omicidio avvenuto a San Severo il 19 ottobre

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FOGGIA – La Conferenza delle donne democratiche è intervenuta con una nota sull’omicidio avvenuto a San Severo il 19 ottobre. “Celeste Palmieri – si legge – è l’ennesima vittima di femminicidio per mano di un marito violento che non si è mai rassegnato alla separazione e rappresenta un tragico esempio di violenza di genere che colpisce profondamente non solo la vittima ma anche i suoi 5 figli rimasti orfani di entrambi i genitori.
Celeste aveva avuto il coraggio di denunciare e si era affidata alla Giustizia accusando il marito di stalking e maltrattamenti con la conseguenza che l’uomo era stato raggiunto prima da un provvedimento di allontanamento e poi da un divieto di avvicinamento con il braccialetto elettronico, che non è servito purtroppo a salvare la vita della donna, della quale oggi si celebrano i funerali.
Qualcosa non ha funzionato e ben tre casi di femminicidio in Italia nelle ultime 72 ore evidenziano che il sistema di rilevazione dei braccialetti elettronici non sta portando i risultati sperati e deve essere migliorato: va fatto al più presto, prima di arricchire la lunga lista dei femminicidi.
A livello nazionale i dati parlano di un femminicidio ogni due giorni e se da un lato si invitano le donne ad avere il coraggio di denunciare, dall’altro non possiamo consentire che un GPS fallace distrugga la vita di coloro che questo coraggio lo hanno avuto rimanendo ugualmente vittime”.
Oltre gli accorgimenti tecnici è necessario creare una cultura di rispetto e tolleranza zero verso la violenza di genere per prevenire futuri tragici femminicidi come quello di Celeste.
Promuovere l’uguaglianza di genere, coinvolgere e sostenere le vittime, offrire sostegno psicologico sociale ed economico alle vittime e ai sopravvissuti della violenza per superare il trauma e ricostruire la propria vita. L’accoglienza, la rete familiare e professionale deve essere il supporto necessario ed imprescindibile contro la violenza. Ogni vita ha valore, e nessuna giustificazione può essere accettata”.

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