Agricoltura

Xylella, Cia Puglia: “Servono Commissario straordinario e un nuovo piano”

 Dopo il caso a Minervino. Sicolo: “Serve agire rapidamente, con risorse e poteri straordinari di intervento”.

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

BARI – Serve subito che il Governo nomini un Commissario straordinario capace di imprimere una vera svolta al piano di contrasto e rigenerazione. Si proceda immediatamente all’eradicazione dell’albero contaminato e si porti al massimo livello possibile la prevenzione sulla zona cuscinetto”.

È Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, a commentare così il caso Xylella rilevato nelle scorse ore su una pianta d’olivo a Minervino Murge.

“Per agire rapidamente, occorrono risorse e poteri straordinari”, aggiunge Sicolo, “per questo da tempo la nostra organizzazione sta chiedendo la nomina di un Commissario straordinario che possa determinare un’accelerazione nella messa in atto di un piano di azioni rafforzato e aggiornato contro la diffusione del ceppo principale del batterio e di tutte le sue varianti”.

Gennaro Sicolo, inoltre, ribadisce un concetto già espresso recentemente: “Nell’interesse degli agricoltori pugliesi, Regione Puglia e Governo lavorino insieme anche per ottenere dalla Ue la necessaria attenzione e le risorse indispensabili a finanziare la ricerca scientifica per trovare finalmente una soluzione che fermi definitivamente il batterio. Si lavori insieme anche per dare un impulso decisivo al processo di riconversioni e reimpianti per ripristinare in toto il potenziale produttivo delle zone colpite”.

“Solo e soltanto attraverso un piano dotato delle necessarie risorse, concordato e condiviso tra Regione, Governo ed Europa, e di concerto con le organizzazioni agricole, è possibile pensare di sconfiggere definitivamente la piaga ultradecennale della Xylella. Se per il Salento e, più in generale, per tutte le zone colpite da Xylella c’è l’urgenza di ripartire, dall’altra parte occorre fermare definitivamente sia lo sviluppo dei nuovi ceppi sia l’avanzata del batterio verso il centro e il nord della Puglia, perché questo avrebbe effetti disastrosi su un’economia del settore olivicolo-oleario pugliese con riverberi occupazionali e produttivi non sostenibili nemmeno dal punto di vista della tenuta sociale Occorrono risorse ingenti, ed è necessario che l’Europa se ne faccia carico almeno in parte, anche perché gli uliveti pugliesi sono identità, cultura, paesaggio e contribuiscono in maniera decisiva sia a contrastare i fenomeni di dissesto idrogeologico sia ad abbattere i livelli delle sostanze inquinanti presenti nell’aria”, conclude Sicolo.

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]