Le Guide di Foggia Reporter: Anzano di Puglia

Anzano di Puglia – Paese di mezzo, tra Puglia e Campania, la cui antichità fa da ponte.
Si sfiorano i confini dei Monti Dauni: Anzano è di Puglia, ma per moltissimo tempo è appartenuto alla Campania.
Una volta giunti ad Anzano di Puglia, mai si direbbe che quei moderni tetti rossi “custodiscano” un tesoro dell’età di bronzo, a cui subito si accavallano gesta di Greci e Latini.
Prima di addentrarsi nel centro cittadino, infatti, a Mastroalessio, oltre alla ricostruzione della Chiesetta di San Donato, l’attenzione va al Cippo di Eca, cilindro ellenico raffigurante il volto femminile della dea della fertilità e del parto.

Forse tutto ebbe inizio su questa Via Erculea, dove il ritrovamento di vasi sanniti e “cocci” medievali hanno lasciato ricostruire la vita del 841 d.C., quando Anzano di Puglia era chiamata Anxanum, un feudo che il nipote di Carlo Magno, Lotario I, volle donare al Monastero di Farfa.
I conseguenti saccheggi e terremoti furono la causa del suo abbandono, motivo per cui fu accorpata alla vicinissima Trevico, in provincia di Avellino.
L’impronta campana con la Rivoluzione Napoletana e la presenza dell’esercito francese la resero autonoma, arricchendola di casali e masserie tra cui risale al 1793 la vicenda della statua dal legno dorato del Santuario di Santa Maria in Silice.

Le strade in selciato, infatti, circoscrivono tutta Anzano di Puglia fino all’ingresso al paese.
Non c’è un vero centro storico e la vita tra paese e campagna si fonde ancora perfettamente.
La sua tangibilità storica risiede nella transumanza del Regio Tratturo Pescasseroli – Candela, che per un tratto la costeggia, e nei costumi che ve ne derivano.
Uno di questi è il parrozzo, pagnotta dolce a base di farina di mais, il gustosissimo pane dei poveri che secondo tradizione i cavalieri abruzzesi nel mese di agosto gustano nel clima ameno del borgo in memoria dei bei vecchi tempi.

La ricetta appartiene alle anziane signore e ad alcuni forni del centro cittadino tra vecchie dimore inerpicate da piccolissime piazzette ed addossate a scalinate scoscese terminanti in vicoletti, a loro volta, sormontati da campanili, archi e portali in pietra del Sud.
Anzano di Puglia sussurra la sua identità storica in quel che ne è rimasto come Villa Carcano, poiché tutto è andato perduto in cinque sisma verificatisi dal 1851 al 1980 tanto da mutarne le sue forme urbane firmate dai baroni campani fino al 1931, quando, al seguito dell’Unità d’Italia, Anzano acquisisce definitivamente la specificazione “di Puglia”.
Fonte: Silvestrini, M., “Le città della Puglia romana: un profilo sociale”, Edipuglia, 2005.
Mongiello, L., “Nuclei urbani di Puglia: analisi e rappresentazione degli articolati insediativi”, Adda, 1999.