Foggia, annullato evento all’UniFg con Sergio D’Elia

Alla fine non si è più tenuto il convegno “Mai Più Terrorismo” organizzato dall’Osservatorio nazionale ‘Anni di piombo’ per la verità storica, in collaborazione con l’Università di Foggia e con il patrocinio di Senato, Camera e Crui e che avrebbe visto tra gli ospiti anche Sergio D’Elia, segretario nazionale di Nessuno tocchi Caino, e che in gioventù è stato anche dirigente dell’organizzazione terroristica di sinistra Prima Linea.
Con una nota l’università di Foggia ha fatto sapere che il convegno è “annullato per motivi di sicurezza e preoccupazioni legate all’ordine pubblico”. “La decisione – è stato aggiunto – è il risultato di un’attenta valutazione della situazione a seguito di segnalazioni di disordini. Dopo aver consultato le autorità competenti, l’Università ha ritenuto necessario adottare questa misura per garantire l’incolumità di tutti i partecipanti, in particolare, degli studenti universitari e delle scuole superiori coinvolti nell’evento”. Nell’incontro sarebbero stati ricordati Benedetto Petrone, militante comunista barese ucciso nel 1977 e Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975.
Intanto Sergio D’Elia questa mattina ha incontrato la stampa spiegando che “per i ragazzi presenti all’università sarebbe stato utile sapere che il peccato originale non sia né a destra né a sinistra, ma sta nella concezione della violenza come forma di lotta politica. Questo volevamo fare capire ai ragazzi oggi”. “Siccome io ne ho fatto esperienza – ha aggiunto D’Elia – forse avrei avuto qualche titolo per dire non seguite la mia strada, quella di 50 anni fa. Non è vero che il fine giustifica i mezzi, non è vero che la violenza è elevatrice della storia. Sarebbe stato utile per ragazzi di 17-18 anni, coetanei di quelli che sono stati assassinati per questa visione di ritenere il proprio nemico uno da uccidere, da abbattere, e non uno con cui cercare un dialogo. Il merito di questa iniziativa era celebrare la vita di due giovani vittime dei confini della visione identitaria, settaria ma alimentata da odio ideologico L’università è il tempio del sapere e se non c’è il confronto, il dubbio, il dialogo tra saperi diversi diventa un luogo monotono, un cimitero della saggezza. Le persone che oggi non sono venute hanno deciso che quel luogo non andava frequentato perché erano presenti persone diverse da sé, hanno manifestato di non essere liberi, di essere in un recinto ideologico”.
